Le Mansioni del lavoratore: possono essere modificate dal datore di lavoro?

Il datore può modificare le mansioni dei propri dipendenti? Può farlo in via unilaterale, senza il loro consenso?

Sì, ma dipende dai casi.

Cerchiamo di far chiarezza!

Il datore può assegnarti a mansioni diverse da quelle per le quali sei stato assunto, purchè rientranti nello stesso livello di inquadramento e nella stessa categoria legale (operaio, impiegato, quadro).

Si parla di MOBILITA’ ORIZZONTALE.

Può però assegnarti anche a mansioni superiori (MOBILITA’ VERTICALE ASCENDENTE).

In questo caso hai diritto alla corrispondente retribuzione e l’assegnazione diventa definitiva dopo 6 mesi (o dopo il diverso periodo previsto dal CCNL), quanto non è avvenuta per ragioni sostitutive di altro dipendente e a meno che tu non ti opponga.

Può anche assegnarti, anche senza il tuo consenso, a mansioni inferiori (MOBILITA’ VERTICALE DISCENDENTE), nelle ipotesi previste dai contratti collettivi o quando viene incisa la tua posizione a fronte di una riorganizzazione aziendale.

Si tratta di un demansionamento legittimo, ma conservi il diritto alla precedente retribuzione.

La modifica delle tue condizioni contrattuali, come mansioni, livello di inquadramento, categoria e retribuzione, può avvenire anche a fronte di un ACCORDO con il datore.

In questo caso, però, l’accordo è valido se sottoscritto in sede protetta (sede sindacale, ITL, Commissioni di certificazione) e se risponde ad una delle tre finalità previste per legge: 1) conservazione del posto di lavoro; 2) acquisizione di una diversa e nuova professionalità; 3) conciliazione vita – lavoro.

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